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Il vampiro, inutile negarlo, durante l’ormai sua ultracentenaria esistenza letterale, ha ispirato tutti i campi dell’arte. E' il binomio sangue e vita eterna forse. O è merito della notte. Chissà.
Ma come per tutti i miti, confondere fantasia con realtà diventa spesso una tappa obbligatoria.
Io mi sento comunque di appoggiare la tesi di Andrea Pellegrini. Vi è un fondo di verità nell’esistenza del vampiro.
La principale ispirazione dello scrittore irlandese Bram Stoker (tra l’altro in giovane età ricercatore medico) e dei suoi adepti, è una rara malattia del sangue trasmessa generalmente per cause ereditarie: la Porfiria, una sindrome clinica.
I principali sintomi sono una fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri) e la fotosensibilità alla luce. La pelle, se esposta al sole si ustionerebbe favorendo lo sviluppo di bolle e cisti.
Altra insolita e bizzarra caratteristica di questa malattia è l’eritrodonzia, disturbo che colora i denti di un colore fosforescente, facendo così suggerire un’ allungamento spropositato dei medesimi, anche grazie ad una retrattilità delle gengive.
Il malato di Porfiria non può assolutamente mangiare aglio, e nei casi più estremi nemmeno toccarlo. Questo perché l’aglio nei malati di Porfiria esalta le tossine presenti nel sangue e fa peggiorare notevolmente la malattia.
Inoltre abbiamo rachitismo degli arti, in particolare delle mani (aggravato tra l’altro dalla mancanza di contatto alla luce del Sole) facendo così prendere alla mano umana una forma bestiale. Il sistema nervoso, dopo quello circolatorio, è il secondo bersaglio di questa malattia.
Un malato di Porfiria infatti, può occasionalmente avere forti disturbi neurologici seguiti da una forte paralisi che lasciava il soggetto in uno stato di catalessi anche per giorni simile alla morte.
I famigliari dei malati di Porfiria, credendo di fare il bene del proprio caro, lo invitavano insistentemente a bere sangue per ovviare il pallore e la malattia in generale.
Questo però, contrariamente a ciò che si sperava di ottenere, non solo metteva in pericolo il malato esponendolo ad altre malattie, ma scatenò l’azione della Chiesa che inquisì tutti i malati di Porfiria perché nella mentalità medievale, vedere una persona mortalmente pallida bere il sangue ed evitare il Sole e quindi Dio era la perfetta incarnazione del Demonio.
Ma possiamo trovare anche associazione tra il virus della Rabbia ed il vampiro, perfetta quasi quanto la Porfiria.
Oltre alla paralisi, il soggetto è iperattivo, quindi non dorme favorendo così un’innaturale vagabondaggio,è inoltre estremamente aggressivo e non solo attacca e morde altri esseri vivente, ma scaglia la propria pazzia anche contro oggetti inanimati.
Da dire inoltre che tale soggetto è propenso ad una forte sovreccitabilità, ed infatti da qui vi è la prorompente forza sessuale del vampiro letterario per esempio di Le Fanu.
In alcuni soggetti è stata anche diagnosticata paura ed intolleranza alla luce del Sole e anche l’eisoptrofobia, che è il forte disagio nel vedere la propria immagine riflessa.
Credete ancora nelle favole? No? Davvero? Peccato. A volte, ma solo a volte, la realtà supera la fantasia. Non ci credete?
Peccato. Ma attenti. Queste sono notti di luna piena...