mercoledì 2 aprile 2008

Ventisettesimo capitolo

"Non si fa quello che si vuole, tuttavia si è responsabili di quello che si è."
J.P.Sartre

Nel luglio del 1958, a Cuba, un uomo di nome Norman Foose di 19 anni fermò la sua jeep e, imbracciato un fucile, fece fuoco su due persone in un autogrill. Quando fu arrestato, spiegò che "voleva provare il brivido di uccidere".
Nel febbraio del 1959, una ragazza bionda di nome Penny, di 17 anni, accettò un passaggio da un uomo che conosceva appena e lo assassinò con un colpo di rivoltella. Individuata tramite il proiettile spiegò che voleva vedere se poteva uccidere un uomo a sangue freddo senza averlo sulla coscienza.
Erano giovani.
Omicidi immotivati. Per gioco? Per un brivido? Malattia? O peggio ancora, noia?
Passano gli anni, cambiano i modi di divertirsi e cambiano le città. Città come animali. Animali nelle città.
Forse servirebbe una bussola. Una bussola per la moralità, che indichi una direzione giusta ma che poi non può portare a destinazione.
Esiste? Sì. Si chiama famiglia.

La nostra cultura sostiene che non devi più provare vergogna per quello che fai. Nessuna azione. Il tutto per non correre il rischio di giudicare o di essere giudicati.
Di questo passo, dove andremo a finire?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Penso che la paura di essere giudicata sia sempre con me....non c'è nulla di quello che faccio che io non ponderi prima o che non mi metta in crisi poi, per il timore di aver sbagliato....fosse per me chiederei sempre consiglio a qualcuno prima di fare qualcosa... Tuttavia così non si può andare avanti...bisogna crescere, capire che non siamo più dei bambini e prendere le proprie decisioni, giuste o sbagliate che siano, sbagliando s'impara!
Da qualche tempo sto finalmente cominciando a maturare, sono un pò più indipendente e sicura di me, e ne sono contenta...chissà se una mattina mi sveglierò con la voglia di provare a uccidere una persona...quel giorno, prima di fare qualunque cosa, spero di avere ancora un briciolo di insicurezza e provare ad andare a chiedere consiglio a qualcuno sul da farsi, magari ad un bravo psichiatra...baci
Saretta