![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdHbHd-grxYP6eO3rStLsNSaYMtTf5KR6Qk5_jNkcysOcK7SP7lJOrBEeXLQZ4FaNB2vgqlVcumXts3unemlEzKRlirrAUMAHbNWOIv0xiNdM1qNo2mk2ohe6GkaVz4qZf-i6qn7PKTxM/s200/PROMETEO.jpg)
Ci fu un tempo in cui esistevano gli dei, ma non le stirpi mortali. Quando giunse anche per gli animali e gli uomini il momento fatale della nascita, gli dei plasmarono per loro le abilità naturali, gli istinti e le facoltà per sopravvivere. I bisogni.
Per fare ciò gli dei ordinarono ai due titani Prometeo e a Epimeteo di dare con misura e distribuire in modo opportuno a ciascun essere le facoltà naturali. Epimeteo chiese a Prometeo di poter fare da solo la distribuzione e Prometeo accettò.
Nella distribuzione, ad alcuni dava forza senza velocità, ad altri velocità senza forza; ad alcuni forniva di armi, mentre per altri, privi di difese naturali, escogitava diversi espedienti per la sopravvivenza. Ad esempio, forniva una possibilità di fuga volando o una dimora sotterranea.
La parola d'ordine,insomma, era equilibrio.
Escogitava mezzi di salvezza in modo tale che nessuna specie potesse estinguersi. In seguito procurò agli animali vari tipi di nutrimento, per alcuni erba, per altri frutti degli alberi, per altri radici.
Ma Epimeteo non si rivelò bravo fino in fondo: senza accorgersene aveva consumato tutte le facoltà per gli esseri privi di ragione. Il genere umano era rimasto dunque senza mezzi, e lui non sapeva cosa fare. In quel momento fortunatamente giunse Prometeo per controllare la distribuzione, e vide gli altri esseri viventi forniti di tutto il necessario, mentre l’uomo era nudo, scalzo, privo di giaciglio e di armi. Allora Prometeo, non sapendo quale mezzo di salvezza procurare all’uomo, rubò a Efesto il fuoco e ad Atena l'abilità manuale per mantenerlo vivo.
Con questi mezzi gli uomini vivevano sparsi qua e là, non c’erano città; perciò erano preda di animali selvatici, essendo in tutto più deboli di loro. E quando gli uomini cercavano di unirsi e di salvarsi costruendo città commettevano ingiustizie gli uni contro gli altri, non conoscendo ancora la politica; perciò, disperdendosi di nuovo, morivano.
Zeus dunque, temendo che la nostra specie si estinguesse del tutto, inviò Mercurio per portare agli uomini rispetto e giustizia, e una cosa ancora più importante: l'arte della politica.
E pregò Mercurio di distribuire tale arte "a tutti e che tutti ne siano partecipi".
E' il cerchio della storia che si ripete, come le comete.
3 commenti:
già...
Premettendo che è discutibile quanto il fare politica sia una forma d'arte e soprattutto è discutibile quali siano i suoi veri scopi, mi sembra che questa storia confermi, ancora una volta, quanto la razza umana sembra essere, di sua natura, profondamente stupida. :)
Non direi stupida, direi semplicemente che la razza umana si ripete all'infinito, non ha ve di sboccse non quelle dettate dal vivere cme SOCIETA'. Penso che la storia i èripetuta, si ripete e si ripeterà in eterno, m anch per questo ritengo sia affascinante, come sono affascinanti le storie mitologiche. Cazzo se lo sono!!
Posta un commento