martedì 20 maggio 2008

Trentacinquesimo Capitolo

"Si può resistere alla forza di un esercito. Non si può resistere alla forza di un'idea."
V.Hugo

Agitiamo i nostri pugni. Tiriamoli fuori dalle tasche. Inneschiamoli.
Contro le giornate che ci passano sopra. Contro le notizie confezionate. Contro i ritornelli facili, contro le rime cuore-amore, contro le solite cose passate come novità.
Contro il silenzio assenso e le troppe parole. Contro chi non dubita, chi non si mette in gioco.
Contro chi ha sempre una risposta pronta. Contro chi spaccia la morale del quieto vivere.
Aduniamoci. Possiamo farcela.
Guardiamo i nostri pugni. Guardiamoli intensamente. Sono pronti. Sono potenza atta a divenire.
I nostri pugni sono ermetici ricci, si stringono con violenza ma troppo spesso rimangono nascosti per paura, affondati in tasche di velluto. Inesplosi.
Impegniamoci affinchè siano come nodi in fondo ai polsi che ci ricordino i nostri sogni e il desiderio di ottenerli.

E voi. Per cosa agitate, nel quotidiano, i vostri pugni?

1 commento:

Anonimo ha detto...

caro Sergio, haitoccato un tasto molto VERO e ATTUALE. Cazzo i nostri pugni, i nostri sogni pugni ed i sogni racchiusi entro di essi sono tutto ciò che abbiamo, sono la nostra speranza e la nostra salvezza. Troppo spesso ci dimentichiamo di averli, di sfoderare quel gancio destr he ci allieterebbe la giornata andata storta. Cavolo io di sognine ho fin troppi, certe volte rimango con u pugno di acqua salata, ma altre vedo che questo pugno contiene la più dolce delle foglie sventolanti sul ramo di ciliegio nel caldo primaverile di maggio. Cazzo il mio sogno più grande è andare in Tibet, camminare attraverso quegli altopiani infiniti, attorniato da tutti quegli affascianti 8000 metri, respirare l'atmosfera di Lhasa di sera, dormire in una tenda bevendo thè al burro di yak...