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Erano preposte all'Arte. Erano divinità minori che appartenevano adApollo, dio della medicina, della musica e della poesia. Erano nove sorelle, giovani e bellissime.
Proteggevano e ispiravano le belle arti.
La prima era Clio, colei che rende celebri, era l'ispiratrice della storia e viene rappresentata con una tromba nella mano destra e una pergamena sulla sinistra. Il nostro passato.
Poi Euterpe, colei che rallegra, proteggeva la musica e aveva in mano un flauto. Le note.
Talìa, la festiva, presiedeva la commedia, la poesia giocosa ed era rappresentata con una maschera comica in una mano e nell'altra un bastone da pastore, in testa aveva una corona di edere. La risata sincera.
Poi Melpòmene, colei che canta, era la musa della tragedia, portava una maschera tragica, la clava di Ercole e una spada. Il dolore.
E Tersicòre, che si diletta nella danza, era la musa del ballo e della poesia corale, aveva in mano una lira e il plettro e sul capo una ghirlanda di fiori. L'armonia.
Poi viene Eràto, che provoca desiderio, era la musa della poesia lirica, soprattutto quella dell'amore e aveva il capo coronato da mirti e rose. La passione.
E la sacra Polimnia, dai molti inni, era la musa degli inni civili e religiosi e dell'oratoria. L'etica.
Poi la sognatrice Urania, la celeste, era la musa dell'astronomia e aveva in mano il mappamondo e un compasso. La scienza.
Infine la più vecchia delle muse, la saggia Calliope, dalla bella voce, la musa della poesia epica, ispiratrice di Omero, con in mano una tavoletta di cera. Era la madre di Orfeo. La poesia.
Ma lo sapete quale è la parte più bella, e dolce, e perfetta di questo mito?
Le muse sono le figlie di Zeus e di Mnemosine detta anche Armonia. Le belle arti quindi sono figlie da parte di padre del re degli dei, colui che tutto ha in pugno, il dio del cielo. E da parte di madre della dea più affascinante di tutte: la dea della memoria.
L'armonia del tempo.