venerdì 27 giugno 2008

Quarantaduesimo Capitolo

Estratto da "Invito al viaggio" - C.Baudelaire

Ti invito al viaggio
in quel paese che ti somiglia tanto.
I soli languidi dei suoi cieli annebbiati
hanno per il mio spirito l'incanto
dei tuoi occhi quando brillano offuscati.
Laggiù tutto é ordine e bellezza,
calma e voluttà.
Il mondo s'addormenta in una calda luce
di giacinto e d'oro.
Dormono pigramente i vascelli vagabondi
arrivati da ogni confine
per soddisfare i tuoi desideri.

Le matin j'écoutais
les sons du jardin
la langage des parfums
des fleurs.

giovedì 19 giugno 2008

Quarantunesimo Capitolo

"Senza immaginazione, la paura esisterebbe?"
Sir A.C.Doyle

Questa è per le fobie. Fobie del buio, del vuoto, della folla e di cadere. Hanno nomi strani e si accompagnano a sensazioni quantomeno sgradevoli. Ma sono nostre, ci delimitano e ci delimiteranno fino alla morte.
La mia si chiama agorafobia. Le fobie sono ataviche scorie di una vita non più mia, mi prendono alla gola e stringono. Io, immobile, respiro a fatica la cenere degli anni. Ma, ineluttabilmente, non riesco a vincere, e il respiro mi abbandona. E si tramuta in un sospiro.
E voglio scappare, lontano anni luce, mille miglia, scappare nei secoli, ma in un battito di ciglia mi ritrovo lì, faticando ancora a prender fiato. E mi sento imprigionato e allora ecco che esplode il caldo dentro, ecco che la pressione sale e il battito del cuore si infiltra lungo le mie vene fino all'angolo più recondito di pelle. Sudo. Non riesco a distrarmi. Non una parola.
E la realtà si distorce, cambia, si flette e si raddrizza, si piega su se stessa, e poi si spezza.
E poi, buio.

E quali sono le vostre fobie?

domenica 15 giugno 2008

Quarantesimo Capitolo

Nel 1940 New York piomba nel caos e nella paura a causa di un dinamitardo folle, soprannominato Mad Bomber dalla stampa, che manda messaggi minatori alla nazione. Dopo 16 anni di indagini pressochè inutili che finiscono in un vicolo cieco, la polizia chiede l'aiuto di uno psichiatra, il primo profiler dell'era moderna, il dottor James Brussel. Dopo qualche mese per condensare le idee, il dottor Brussel delinea il profilo del dinamitardo ipotizzato secondo il modus operandi, il tono delle lettere mandate ai giornali, la perizia grafica, la vittimologia.
Brussel conclude che l'attentatore è di mezza età, di religione cattolica e originario dell'Europa Orientale, che un tempo lavorava per un'azienda che aveva fatto saltare in aria, che abita nel Connecticut, e che probabilmente ora abita con fratelli o sorelle, che ha gravi problemi al cuore e che al momento dell'arresto il dinamitardo indosserà un doppiopetto scuro abbottonato.

Quando gli investigatori arrivano a George Metesky il 20 gennaio 1957 si accorgono che possiede tutte le caratteristiche descritte dallo psichiatra, tutte. Per filo e per segno. E che indossa un gessato in doppiopetto, abbottonato.

Quanto si può conoscere una persona? E quante volte capita a noi di fare un profilo delle persone che conosciamo? Quante volte riusciamo a leggere in anticipo le mosse di chi ci circonda?
Quante volte giocate una mano con una coppia di cinque? Quando "bluffate"?