sabato 7 gennaio 2012

Centoventesimo Capitolo

"Chiamatemi Ismaele"
Herman Melville

Era sabato 10 novembre del 2007. In un freddo pomeriggio, era un sabato, mi venne l'idea di provare a creare una storia, un racconto. Un filo indissolubile, lungo non si sa quanti capitoli, con voi. Voi. Voi nel senso piò vasto e folle e indistinguibile del termine. Senza chiedervi l'identità, senza chiedervi nulla, se non di lasciare una parte, piccola, di voi stessi, del vostro ego, del vostro essere.
A 4 anni di distanza abbiamo affrontato diverse tematiche ed argomenti. Alcuni in modo critico, altri divertente, altri frivoli. A volte abbiamo colpito duro, come un gancio sinistro alla mandibola. Altre volte siamo stati carezze di vento.
Abbiamo avuto pareri e siamo stati letti dall'Inghiterra, Spagna, Belgio, Germania. Persone che hanno bevuto un bicchiere insieme a noi a migliaia di chilomentri, stando zitte magari, ma ascoltando e, voglio sperare, pensandoci.
Ora, a 4 anni di distanza, molte cose sono cambiate.
E' tempo che non vi fate più sentire, che non dite nulla. Silenzioso silenzio.
Per questo motivo, il centoventesimo post, potrebbe essere l'ultimo. Se non volete che sia così, se volete ogni tanto dare un occhio, beh, questo è il momento giusto di farvi sentire.
Gridatelo. Scrivetelo. Ora o mai più.