domenica 27 luglio 2008

Quarantacinquesimo Capitolo

"Tra l'idea e la realtà, tra la motivazione e l'atto, cade l'ombra. Tra il desiderio e lo spasimo, fra la potenzialità e l'esistenza, fra l'essenza e la discesa, cade l'ombra. Questo è il modo in cui il mondo finisce."
T.S. Eliot

Tra le pieghe dell'animo, tra gli sguardi indiscreti, tra le memorie lontane giace assopita l'altra metà di noi. Feroce, aggressiva, tenace e violenta. Tutto quello che non siamo e che non vorremmo essere. La voglia di uccidere, ferire, fare del male, di urlare, di distruggere il creato e sotterrare i propri odiosi vincoli.
Al diavolo la società, il buon senso, il dovere civile. Noi con e tra le nostre violenze.
Superare la linea d'obra, quel filo di rasoio sottile e pericoloso e tagliente che ci separa da una vita onesta ad una violenta. Quel filo che ci separa dal sangue.
Nella tragedia di quel momento, che dura quanto uno sbatter di ciglia, lì si condensa tutto il libero arbitrio dell'uomo, la sua capacità di scegliere. Un istante per decidere chi siamo e chi vorremmo essere. Un istante per attraversare una volta per tutte la linea d'ombra. Per una sola volta. E sapere di non poter mai più tornare indietro.

Sapremo allontanare quell'istinto?
Saremmo anche noi assassini se non deviassimo l'impulso?

sabato 5 luglio 2008

Quarantaquattresimo Capitolo

Il vampiro, inutile negarlo, durante l’ormai sua ultracentenaria esistenza letterale, ha ispirato tutti i campi dell’arte. E' il binomio sangue e vita eterna forse. O è merito della notte. Chissà.

Ma come per tutti i miti, confondere fantasia con realtà diventa spesso una tappa obbligatoria.
Io mi sento comunque di appoggiare la tesi di Andrea Pellegrini. Vi è un fondo di verità nell’esistenza del vampiro.

La principale ispirazione dello scrittore irlandese Bram Stoker (tra l’altro in giovane età ricercatore medico) e dei suoi adepti, è una rara malattia del sangue trasmessa generalmente per cause ereditarie: la Porfiria, una sindrome clinica.

I principali sintomi sono una fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri) e la fotosensibilità alla luce. La pelle, se esposta al sole si ustionerebbe favorendo lo sviluppo di bolle e cisti.
Altra insolita e bizzarra caratteristica di questa malattia è l’eritrodonzia, disturbo che colora i denti di un colore fosforescente, facendo così suggerire un’ allungamento spropositato dei medesimi, anche grazie ad una retrattilità delle gengive.
Il malato di Porfiria non può assolutamente mangiare aglio, e nei casi più estremi nemmeno toccarlo. Questo perché l’aglio nei malati di Porfiria esalta le tossine presenti nel sangue e fa peggiorare notevolmente la malattia.

Inoltre abbiamo rachitismo degli arti, in particolare delle mani (aggravato tra l’altro dalla mancanza di contatto alla luce del Sole) facendo così prendere alla mano umana una forma bestiale. Il sistema nervoso, dopo quello circolatorio, è il secondo bersaglio di questa malattia.
Un malato di Porfiria infatti, può occasionalmente avere forti disturbi neurologici seguiti da una forte paralisi che lasciava il soggetto in uno stato di catalessi anche per giorni simile alla morte.

I famigliari dei malati di Porfiria, credendo di fare il bene del proprio caro, lo invitavano insistentemente a bere sangue per ovviare il pallore e la malattia in generale.
Questo però, contrariamente a ciò che si sperava di ottenere, non solo metteva in pericolo il malato esponendolo ad altre malattie, ma scatenò l’azione della Chiesa che inquisì tutti i malati di Porfiria perché nella mentalità medievale, vedere una persona mortalmente pallida bere il sangue ed evitare il Sole e quindi Dio era la perfetta incarnazione del Demonio.

Ma possiamo trovare anche associazione tra il virus della Rabbia ed il vampiro, perfetta quasi quanto la Porfiria.
Oltre alla paralisi, il soggetto è iperattivo, quindi non dorme favorendo così un’innaturale vagabondaggio,è inoltre estremamente aggressivo e non solo attacca e morde altri esseri vivente, ma scaglia la propria pazzia anche contro oggetti inanimati.
Da dire inoltre che tale soggetto è propenso ad una forte sovreccitabilità, ed infatti da qui vi è la prorompente forza sessuale del vampiro letterario per esempio di Le Fanu.
In alcuni soggetti è stata anche diagnosticata paura ed intolleranza alla luce del Sole e anche l’eisoptrofobia, che è il forte disagio nel vedere la propria immagine riflessa.

Credete ancora nelle favole? No? Davvero? Peccato. A volte, ma solo a volte, la realtà supera la fantasia. Non ci credete?
Peccato. Ma attenti. Queste sono notti di luna piena...


mercoledì 2 luglio 2008

Quarantatreesimo Capitolo

"Ogni sorso di liquore che tu bevi uccide mille cellule del cervello. Già ma questo non importa, perché ne abbiamo miliardi di altre che se ne stanno lì.
Prima muoiono quelle della tristezza, per cui ti fai una gran bella risata.
Poi se ne vanno le cellule della calma, e così tu inizi a parlare a voce molto alta, anche se non hai nessun motivo per farlo.
Ma questo va bene perché le cellule stupide se ne vanno subito dopo, così dici solo cose vere e intelligenti.
E alla fine, solo alla fine, tocca alle cellule della memoria. E quelle sì che sono figlie di puttana dure a morire..."
Da "La leggenda di Bagger Vance".
Per tutti quelli che hanno perso lo swing. Per quelli che non lo ritrovano. Per chi c'era e c'è ancora.
E per chi ha qualcosa da dimenticare.