lunedì 11 ottobre 2010

Centoquattresimo Capitolo

"Tutta quella città...non se ne vedeva la fine.....
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?

E il rumore

Su quella maledettissima scaletta...era molto bello, tutto...e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema
Col mio cappello blu

Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino ......

Non è quel che vidi che mi fermò

E’ quel che non vidi

Puoi capirlo, fratello?,
è quel che non vidi....lo cercai ma non c’era, in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne

C’era tutto

Ma non c’era una fine.
Quel che vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere.
Ma se tu

Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni e miliardi

Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita

Se quella tastiera è infinita non c’è musica che puoi suonare.
Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato:
quello è il pianoforte su cui suona Dio."
da "La leggenda del pianista sull'oceano"